In una recente intervista rilasciata al Financial Times dall’amministratore delegato di Zurich, Mario Greco,
è stata ventilata la possibilità per cui a breve termine i rischi ed eventi derivanti da incidente o attacco cyber potrebbero non essere più considerabili come assicurabili.
A scatenare questo tipo di riflessione hanno senza dubbio collaborato alcuni fattori, quali i recenti attacchi ai danni di infrastutture ed obbiettivi considerabili come strategici o vitali per le comunità, al pari di ospedali, enti governativi, telecomunicazioni o oleodotti,
non solo in relazione agli scenari di guerra.
Non di minor peso risulta la maggiore facilità di accesso a strumenti efficaci per i cybercriminali sia in termini sviluppo di competenze tecniche che di rapidità nell’acquisizione di facili risorse, anche economiche ad esempio mediante ransomware.
Ulteriore contributo decisionale potrebbe inoltre provenire dalla crescente difficoltà di valutazione del rischio effettivo a fronte di requisiti di sicurezza giustamente sempre più stringenti e alla osticità nell’individuazione delle responsabilità in caso di violazione cyber.
Si suggerisce quindi che Cyber crimini di questa entità andrebbero paragonati a stato di calamità naturale o guerra, spostando in conseguenza l’interesse ed il coinvolgimento degli stati verso questi eventi.
Lo scenario risultante più papabile potrebbe vedere obbligatorio un innalzamento dei livelli di prevenzione e di sicurezza delle aziende anche più piccole a fronte di un rischio economico e di responsabilità sempre più crescente e non arginabile assicurativamente.
Qui l’articolo completo:
https://www.ft.com/content/63ea94fa-c6fc-449f-b2b8-ea29cc83637d
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