Fonti vicine a Royal Mail hanno suggerito che i gravi ritardi e blocchi nelle spedizioni verso l’estero effettuati
tramite la compagnia inglese siano stati causati dal ransomware LockBit.
Il software malevolo, presumibilmente #LockBit, sviluppato in ambiti cybercriminali di supposta matrice filorussa
avrebbe crittografato i dati e bloccato i processi dei sistemi back office in uso su ben sei siti #RoyalMail, tra cui
l’enorme distribution center di Heathrow e quello di Bristol.
Un portavoce della Royal Mail ha rifiutato di commentare se l’attacco fosse di tipologia ransomware,
ribadendo comunque le raccomandazioni di sospensione invii all’estero ed il persistere al momento della problematica.
BBC sosterrebbe di aver visionato una richiesta di avviso di sequestro dei dati da parte dei cybercriminali,
tuttavia senza conferme dell’entità del riscatto richiesto, che potrebbe anche quantificarsi in termini milionari.
L’episodio, tuttora irrisolto, riporta in primo piano le considerazioni in merito alla necessità di verificare non solo la sicurezza
di tutte le proprie business unit, ma anche di propagare e pretendere elevati standard di cyber sicurezza dalla propria supply chain.
Infine, l’episodio rientra in ambiti ben più grandi del danno ad una azienda o al suo parco clienti, impattando comunicazioni, scambi e ,conseguentemente,l’ economia, si eleva agli standard di un attacco ad infrastrutture critiche e vitali di un paese.
Indubbiamente il caso allargherà il numero dei sostenitori dell’inassicurabilità di tali eventi da parte di enti privati e del paragonarli ad atti di guerra o stati di calamità naturale.
( vedi anche articolo https://www.observere.com/zurich-potrebbe-non-tutelare-piu-da-cyber-rischi/ )
Qui l’articolo BBC https://www.bbc.com/news/business-64244121